Grande Pevero: caratteristiche sedimentologiche

I sedimenti che caratterizzano la spiaggia di Grande Pevero (DeMuro e Pusceddu, 2010a) sono costituiti da sabbie (da grosse a molto fini). Composizionalmente sono costituiti da quarzo, feldspati, miche, litoclasti e da una importante componente bioclastica.
I principali apporti terrigeni provengono dai corsi d’acqua (solo rivoli stagionali), dalle ripe d’erosione e dalle falesie circostanti. La componente bioclastica/biogenica è legata principalmente alla produttività della prateria di Posidonia oceanica (Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, 2002) e subordinatamente allo spiaggiamento di organismi a guscio carbonatico (molluschi, echinidi, briozoi, foraminiferi, alghe calcaree e ostracodi).

Da: De Muro S., Batzella T., Ibba A., Tocco F., Pusceddu N. (2012) – “Evoluzione recente, regime, assetti, criticità, tendenza del sistema spiaggia del Grande Pevero”; in De Muro S., Pusceddu N. (Eds.) (2012) – “ATLANTE DELLE SPIAGGE DELLA GALLURA” – University press – Scienze Costiere e Marine, CUEC. ISBN 978 88 8467 732 7; p.113-127 (In press)

Grande Pevero: evoluzione dell’area in tempi storici

Tra gli anni ’60 e gli anni ’70 le caratteristiche di pressocché totale naturalità di questo tratto costiero iniziano a mutare per l’avvio di una fitta urbanizzazione legate alla nascita della Costa Smeralda e di Porto Cervo. In questo periodo si ampliano le vie di accesso alla spiaggia e comincia l’urbanizzazione delle coste che procede e si incrementa fino ai nostri giorni (Regione Autonoma della Sardegna, 1998; DeMuro e Pusceddu, 2010b).
Le principali modificazioni avvenute sull’area del Grande Pevero possono essere dedotte dall’analisi delle foto aeree di differenti annate (1977, 1994, 1997, 2000, 2003, 2006 vedi navigatore).
Le modificazioni macroscopiche, dagli anni ’70 ad oggi, possono essere agevolmente individuate e cronologica-mente inquadrate.
Si tratta delle opere connesse a:
• realizzazione del campo da Golf e della Club House tra il 1967 ed il 1972;
• aumento delle costruzioni nell’area circostante (località Piccolo Pevero);
• aumento dei sentieri sulla zona dunare;
• aumento della frammentazione della zona dunare;
• avanzamento della linea di riva, nell’area centrale della spiaggia, costruita a spese dei corpi dunari, documentata nelle foto aeree degli ultimi quindici anni (vedi mappatura storica di macro-indicatori anno 2006).

Da: De Muro S., Batzella T., Ibba A., Tocco F., Pusceddu N. (2012) – “Evoluzione recente, regime, assetti, criticità, tendenza del sistema spiaggia del Grande Pevero”; in De Muro S., Pusceddu N. (Eds.) (2012) – “ATLANTE DELLE SPIAGGE DELLA GALLURA” – University press – Scienze Costiere e Marine, CUEC. ISBN 978 88 8467 732 7; p.113-127 (In press)

Grande Pevero: esempi significativi di pressioni-minacce-criticità e impatti

Gli studi sedimentologici condotti, l’analisi storica delle principali modificazioni morfologiche e sedimentologiche (legate all’attività antropica) e i rilievi condotti sul campo, hanno permesso di individuare i principali fattori di pressione/minaccia che generano impatti e criticità sul sistema di spiaggia ed in particolar modo nella zona dunare e nelle sue componenti (Atzeni et alii, 2003; DeMuro e De Falco, 2010; DeMuro e Pusceddu, 2010c,d,e).
Nelle seguenti immagini sono riportati alcuni esempi delle principali modificazioni morfologiche e sedimentologiche dovute alla pulizia con l’ausilio di mezzi meccanici e al transito pedonale sulla zona dunare.

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Nelle immagini A e C sono evidenti le tracce lasciate dai mezzi meccanici utilizzati per la pulizia della spiaggia (a) (solchi da pneumatico). Il passaggio dei mezzi causa la rottura degli equilibri fisici e modifica le dinamiche sedimentarie naturali della spiaggia. Attraverso il costipamento dei sedimenti cambiano le caratteristiche di permeabilità. I mezzi meccanici, inoltre, distruggono le forme (berme ordinarie e di tempesta), modificano le pendenze e le caratteristiche tessiturali dei depositi di spiaggia. Nell’immagine C sono evidenti i luoghi di stoccaggio in situ (buona pratica), dei materiali derivati dalla pulizia della spiaggia costituiti da Posidonia oceanica (l). Nelle immagini da A ad E si evidenziano invece gli effetti provocati dal transito, calpestio e stazionamento sulle dune. I più impattanti sono rappresentati da incisioni e zappature (d) lungo gli assi di transito principali (c).
Il transito pedonale, continuo, provoca lo scalzamento, la zappatura e l’esumazione delle radici. Il tratteggio in giallo indica quello che poteva essere il profilo originario della duna (g).

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In definitiva le principali modificazioni indotte dalla fruizione creano varchi e aperture che diventano facile preda della deflazione (conche e canali) e del dilavamento. Incisioni innescate dal transito, ampliate dalla deflazione e approfondite dal dilavamento, possono essere individuate principalmente lungo le vie di transito tra la zona di spiaggia asciutta e la zona dunare.
Importanti e significative variazioni interessano le aree di spiaggia sottomarina e di piattaforma interna colonizzate da praterie a fanerogame. Queste presentano un marcato arretramento del limite superiore e una notevole frammentazione dovuta prevalentemente agli ancoraggi.

Da: De Muro S., Batzella T., Ibba A., Tocco F., Pusceddu N. (2012) – “Evoluzione recente, regime, assetti, criticità, tendenza del sistema spiaggia del Grande Pevero”; in De Muro S., Pusceddu N. (Eds.) (2012) – “ATLANTE DELLE SPIAGGE DELLA GALLURA” – University press – Scienze Costiere e Marine, CUEC. ISBN 978 88 8467 732 7; p.113-127 (In press)

Grande Pevero: stato attuale e tendenza evolutiva

Dall’analisi della copertura aerofotogrammetrica (annate di riferimento 1977, 1994, 1997, 2000, 2003, 2006) e dai rilievi di terreno, la spiaggia di Grande Pevero può essere considerata in equilibrio, soggetta a moto ondoso talvolta intenso e ad importanti modificazioni stagionali. Nel tempo si evidenzia un depauperamento nei volumi di sedimento della zona dunare e un’elevata frammentazione della stessa. Buona parte di questi depositi si è spostata verso mare producendo un avanzamento momentaneo del corpo di spiaggia (vai al navigatore).
La zona di spiaggia emersa mostra una tendenza all’accrescimento, nonostante le cattive pratiche gestionali (pulizia con mezzi meccanici, prelievo non controllato di sedimento e transito di automezzi e persone); le cause sono riferibili, come detto, sia alla migrazione di sedimenti dalla duna alla berma sia ai cicli di deposizione ed erosione della berma vegetale costituita da fogliame di Posidonia oceanica e sedimento misto bioclastico-terrigeno innescati dal degrado della prateria nella spiaggia sottomarina per gli eccessivi ancoraggi. Sul medio periodo questa tendenza potrebbe invertirsi.

Da: De Muro S., Batzella T., Ibba A., Tocco F., Pusceddu N. (2012) – “Evoluzione recente, regime, assetti, criticità, tendenza del sistema spiaggia del Grande Pevero”; in De Muro S., Pusceddu N. (Eds.) (2012) – “ATLANTE DELLE SPIAGGE DELLA GALLURA” – University press – Scienze Costiere e Marine, CUEC. ISBN 978 88 8467 732 7; p.113-127 (In press)

Cala Portese: navigatore

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Da: De Muro S., Kalb C., Ferraro F., Porta M., Batzella T., Pusceddu N. (2012) – “Evoluzione recente, regime, assetti, criticità, tendenza del sistema spiaggia di Cala Portese”; in De Muro S., Pusceddu N. (Eds.) (2012) – “ATLANTE DELLE SPIAGGE DELLA GALLURA” – University press – Scienze Costiere e Marine, CUEC. ISBN 978 88 8467 732 7; p.98-112 (In press)

Cala Portese: caratteristiche sedimentologiche

I sedimenti che caratterizzano le spiagge di Cala Portese sono costituiti da ghiaie e da sabbie da molto grosse a medie che aumentano da W verso E, mentre le sabbie fini diminuiscono nella stessa direzione. Composizionalmente sono costituiti da quarzo, feldspati, litoclasti e da una importante componente bioclastica che diminuisce da W verso E. I principali apporti terrigeni provengono dalle ripe d’erosione, dalle falesie circostanti e in subordine dai corsi d’acqua (solo rivoli stagionali). La componente bioclastica/biogenica è legata principalmente alla produttività della prateria di Posidonia oceanica (Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, 2002; Fanzutti e Piani, 2003; Pusceddu, 2003; DeMuro, 2004; Pusceddu, 2009; DeMuro e Bartole, 2010; DeMuro et alii, 2010; Bartole e DeMuro, 2009, 2011, 2012) e subordinatamente allo spiaggiamento di organismi a guscio carbonatico (molluschi, echinidi, briozoi, foraminiferi, alghe calcaree e ostracodi).

Da: De Muro S., Kalb C., Ferraro F., Porta M., Batzella T., Pusceddu N. (2012) – “Evoluzione recente, regime, assetti, criticità, tendenza del sistema spiaggia di Cala Portese”; in De Muro S., Pusceddu N. (Eds.) (2012) – “ATLANTE DELLE SPIAGGE DELLA GALLURA” – University press – Scienze Costiere e Marine, CUEC. ISBN 978 88 8467 732 7; p.98-112 (In press)

Cala Portese: evoluzione dell’area in tempi storici

Nell’area di Cala Portese non sono evidenti macroscopiche variazioni dovute all’urbanizzazione (Regione Autonoma della Sardegna, 1998; DeMuro e Pusceddu, 2010b).
Le principali modificazioni avvenute sull’area, riconosciute dall’analisi delle foto aeree di differenti annate (1977, 1994, 1997, 2000, 2003, 2006 vedi navigatore) e dalle ricerche sul campo effettuate negli ultimi anni, sono riconducibili alla pressione turistica. Le modificazioni macroscopiche, dagli anni ’70 ad oggi, possono essere cronologicamente inquadrate attraverso la sequenza sottoriportata:
• aumento della viabilità e delle aree di sosta (soprattutto a spese della zona dunare);
• aumento degli accessi alla spiaggia;
• aumento dei sentieri sulla zona dunare;
• aumento della frammentazione della zona dunare;
• ancoraggi nell’area di spiaggia sottomarina colonizzata da fanerogame.

Da: De Muro S., Kalb C., Ferraro F., Porta M., Batzella T., Pusceddu N. (2012) – “Evoluzione recente, regime, assetti, criticità, tendenza del sistema spiaggia di Cala Portese”; in De Muro S., Pusceddu N. (Eds.) (2012) – “ATLANTE DELLE SPIAGGE DELLA GALLURA” – University press – Scienze Costiere e Marine, CUEC. ISBN 978 88 8467 732 7; p.98-112 (In press)

Cala Portese: esempi significativi di pressioni-minacce-criticità e impatti

Gli studi sedimentologici condotti, l’analisi storica delle principali modificazioni morfologiche e sedimentologiche (legate all’attività antropica) e gli studi pluriennali sul campo, hanno permesso di individuare i principali fattori di pressione/minaccia che generano impatti e criticità sul sistema di spiaggia ed in particolar modo nella zona dunare e nelle sue componenti (Atzeni et alii, 2003; DeMuro e De Falco, 2010; DeMuro e Pusceddu, 2010c,d,e).

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Nelle immagini A e C sono evidenti le tracce (a) lasciate da autoveicoli (i) e quad. Il carico esercitato dai mezzi meccanici genera il costipamento dei sedimenti e lo spianamento delle forme. Vengono in tal modo intaccati gli equilibri fisici generando interferenze con le dinamiche sedimentarie della spiaggia. Nelle immagini B, D ed E si evidenziano invece gli effetti provocati dal transito, calpestio e stazionamento pedonale sulle dune. Lungo gli assi di transito principali (c) e in tutte le direzioni sono presenti incisioni e zappature (d) innescate dal calpestio. Le conseguenze sono rappresentate dall’innesco e dall’accelerazione dei processi naturali erosivi (e). Spesso ne deriva l’esumazione degli apparati radicali (f) e la formazione di coni di deiezione (h).

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In definitiva le principali modificazioni indotte dalla fruizione creano varchi e aperture che diventano facile preda della deflazione (con la neoformazione di conche e canali) e del dilavamento.
Il tratteggio in giallo indica il profilo originario della duna (g).
Come si evidenzia nelle immagini dell’evoluzione storica del sito, all’aumentare, nel tempo, di sentieri e vie di accesso, senza un controllo e gestione, aumenta il grado di frammentazione e la destabilizzazione fisica della zona dunare. Anche in questa spiaggia significative sono le modificazioni degli areali a fanerogame che caratterizzano la spiaggia sottomarina. Queste sono legate agli ancoraggi di imbarcazioni che da decenni utilizzano la baia come porto naturale.

Da: De Muro S., Kalb C., Ferraro F., Porta M., Batzella T., Pusceddu N. (2012) – “Evoluzione recente, regime, assetti, criticità, tendenza del sistema spiaggia di Cala Portese”; in De Muro S., Pusceddu N. (Eds.) (2012) – “ATLANTE DELLE SPIAGGE DELLA GALLURA” – University press – Scienze Costiere e Marine, CUEC. ISBN 978 88 8467 732 7; p.98-112 (In press)

Cala Portese: stato attuale e tendenza evolutiva

Dall’analisi della copertura aerofotogrammetrica (annate di riferimento 1977, 1994, 1997, 2000, 2003, 2006) e dai rilievi di terreno condotti, le spiagge di Cala Portese possono essere considerate sostanzialmente stabili ma al limite dell’equilibrio, soggette a moto ondoso intenso e ad importanti modificazioni stagionali. Si evidenzia una riduzione dell’ampiezza della zona dunare e una notevole frammentazione della stessa (vai al navigatore).
Nella zona di alta spiaggia sono state rilevate riduzioni del volume sedimentario connesse a cattive pratiche gestionali (presenza di strade e parcheggi sul cordone litorale, prelievo non controllato di sedimento e transito di automezzi e persone).
Importanti modificazioni riguardano le aree di spiaggia sottomarina colonizzate da fanerogame. La prateria si presenta fortemente incisa per gli ancoraggi ed il limite superiore in arretramento.

Da: De Muro S., Kalb C., Ferraro F., Porta M., Batzella T., Pusceddu N. (2012) – “Evoluzione recente, regime, assetti, criticità, tendenza del sistema spiaggia di Cala Portese”; in De Muro S., Pusceddu N. (Eds.) (2012) – “ATLANTE DELLE SPIAGGE DELLA GALLURA” – University press – Scienze Costiere e Marine, CUEC. ISBN 978 88 8467 732 7; p.98-112 (In press)