Isola dei Cavoli, Serpentara e Punta Molentis: introduzione e inquadramento generale

INQUADRAMENTO DELL’AREA

L’area di studio è localizzata all’interno del SIC ITB040020 “Isola dei Cavoli, Serpentara, Punta Molentis”, all’estremità meridionale della costa orientale dell’Isola, nel territorio del Sarrabus.
Le aree interessate agli studi sedimentologici sono state le spiagge di Porto Giunco, Simius, Is Traias e Punta Molentis (Fig. 1). La zona esaminata può essere inquadrata nella Carta Tecnica Regionale (CTR) 567070 dell’Assessorato degli Enti Locali della Regione Sardegna in scala 1:10.000.


La spiaggia di Porto Giunco è costituita da un cordone litorale sabbioso, esteso circa 500 metri in direzione SW-NE, che delimita lo stagno di Notteri, unica area umida importante dell’unità fisiografica Porto Giunco-Simius-Is Traias. Lo stagno, classificabile come un bacino idrico semipermanente con acque ad elevata concentrazione salina, occupa una depressione di retrospiaggia e costituisce un bacino idrico alimentato dal sormonto dell’onda durante le mareggiate invernali, da infiltrazioni freatiche e dagli apporti meteorici (l’acqua di ruscellamento può essere considerata pressoché nulla). La morfologia di questo tratto di costa è dovuta principalmente all’azione della dinamica litorale (Cocco, 1997).
La spiaggia di Simius è costituita da un cordone litorale che si estende per circa 1000 metri proseguendo la direzione SW-NE di Porto Giunco. Come risulta anche dall’analisi della cartografia, i sedimenti limoso-argillosi della retro spiaggia indicano la presenza, in passato, di un’area stagnale ben più estesa dell’attuale.
La continuità della spiaggia Porto Giunco-Simius è interrotta, nel tratto meridionale della parte emersa, dal promontorio di Serra’e Morus il cui nucleo è costituito da un potente filone acido orientato NE-SO.

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La spiaggia di Is Traias, in continuità con le precedenti nella parte sommersa, occupa il fondo di una piccola baia interessata dalla foce di un rio (Bau Straias) a regime stagionale. La spiaggia si estende per circa 150 metri e anch’essa risulta orientata SW-NE, in continuità con quelle di Porto Giunco e Simius, interrotta nella parte emersa da un promontorio legato all’affioramento del substrato granitico.
La zona di Punta Molentis è caratterizzata dalla presenza di due spiagge che si affacciano sulla stessa baia, esposte rispettivamente a SUD e a OVEST. La prima spiaggia è interessata dalla presenza del Rio Trottu, corso d’acqua a regime fluviale torrentizio. L’apporto sedimentario è prevalentemente costituito da frazioni granulometriche grossolane e la spiaggia emersa è ciottolosa.
La seconda spiaggia, che risulta maggiormente significativa per il progetto Life Providune in quanto caratterizzata dalla presenza di un cordone dunare e dell’habitat “Dune a Juniperus”, si sviluppa per un estensione di circa 200 metri all’interno della baia, a ridosso della cuspide rocciosa del promontorio di Punta Molentis. In questa spiaggia è presente una zona umida effimera di ridotte dimensioni alimentata dal sormonto dell’onda e dalle acque meteoriche.

 

INQUADRAMENTO METEOMARINO

I fetch geografici maggiori (Tabella 1) si registrano nella direzione tra 67° N e 190° N per venti tra Grecale e Scirocco con ampiezza pari a 500 km.
Il promontorio di Punta Molentis ed in parte l’isola di Serpentara offrono una protezione dalle mareggiate di nordest ed il promontorio di Capo Carbonara e l’isola dei Cavoli escludono l’influenza di quelle provenienti da sud. Il sistema di spiaggia Porto Giunco-Simius-Is Traias risulta direttamente esposto allo Scirocco e la presenza di una secca al largo, in corrispondenza della parte mediana dell’unità fisiografica, contribuisce a mitigare in parte le mareggiate da SE, le uniche che incidono direttamente sulla spiaggia (Ferrara et alii, 2010).
Pertanto, nonostante l’ampiezza del fetch, l’energia media annua trasferita dal moto ondoso su questa spiaggia, studiata sotto il profilo teorico (R.A.S.,1987; Atzeni e Ginesu, 1993), presenta valori inferiori ad 1×106 tm/m.; tali valori risultano essere pari a 1/4 di quelli che caratterizzano la costa orientale e tra i più bassi riscontrati lungo le coste della Sardegna(Tabella 1)..
La limitata estensione delle perturbazioni cicloniche nel Mediterraneo suggerisce di considerare massimi fetch efficaci a 500 km. L’analisi dei fetch consente di individuare i settori principali e secondari di traversia del punto di riferimento.
Per la determinazione dei parametri di base dell’onda “Altezza significativa” (Hs) e “Periodo di picco” (Tp), si è utilizzato, in mancanza di dati strumentali rilevati, come nel caso del Golfo di Cagliari, il modello semplificato di Sverdrup e Munk (1947) successivamente rielaborato da Bretshneider (1952) da cui il nome SMB. Tale metodo è stato ulteriormente elaborato alla luce di nuovi rilievi del moto ondoso e delle relative stime spettrali, ed oggi è comunemente noto con il nome di SPM84 (CERC, 1984). Successivamente il modello è stato rivisto da Hurdle e Stive (1989) (U.S. Army Corps of Engineers 1995).

 

INQUADRAMENTO GEOLOGICO

Le litologie affioranti sono costituite quasi esclusivamente da rocce appartenenti al batolite ercinico del Sarrabus, rappresentate principalmente dalle granodioriti di Capo Carbonara, da leucograniti in facies anche pegmatoide e localmente da differenziati basici in ammassi sienitici e gabbro-dioritici di limitata estensione (Brotzu & Morbidelli, 1974; Brotzu et alii 1978). Il complesso granitoide è tagliato da filoni sia acidi che basici orientati prevalentemente NW-SE, secondo direttrici tardo erciniche (Brotzu & Morbidelli, 1974). Nell’area non vi sono coperture palezoiche, mesozoiche e terziarie (Fig. 2).
Le coperture detritiche alluvionali quaternarie sono costituite da conglomerati, areniti e biocalcareniti di spiaggia (Pleistocene Sup.), lungo la costa, poggianti direttamente al di sopra di una superficie di abrasione incisa sui graniti. Sono inoltre conservati lembi di depositi quaternari, da marini a continentali, rappresentati da ghiaie alluvionali, sabbie eoliche sabbie di spiaggia emersa e sommersa e da sedimenti pelitici di stagno/laguna, la cui età non va oltre l’ultimo interglaciale (Palmerini, 1967; Orrù et alii, 1994).
L’assetto morfologico dei rilievi e della costa è condizionato dalla presenza dei filoni pseudoverticali; questi costituiscono il nucleo centrale e la nervatura delle dorsali montuose, determinandone l’iso-orientazione secondo le direttrici NW-SE e creando sulla costa promontori rocciosi che si alternano a insenature più o meno ampie, occupate da spiagge di fondo baia. L’antistante piattaforma continentale è larga poche miglia. La sua estensione è controllata strutturalmente da linee tettoniche di età alpina con direzione dominante N30°E e secondaria N60°-70°W (Lecca et alii, 1979); lungo quest’ultima direzione, sul bordo della piattaforma a sudest dell’Isola dei Cavoli, risale la testata del Canyon di Simius (Orrù et alii, 1994).