Stagno di Piscinnì: introduzione e inquadramento generale

INQUADRAMENTO DELL’AREA

L’area di studio, SIC SIC ITB042218 “Stagno di Piscinnì”, è situata in una piccola baia sul fondo della quale si estende una spiaggia di circa 200 metri di lunghezza.
L’area si colloca nel settore sud-occidentale della Sardegna, all’interno del sistema territoriale della Costa del Sud che si estende da Capo Spartivento fino alla P.ta di Cala Piombo e comprende l’arco costiero, esteso approssimativamente 25 Km, chiuso tra il Promontorio di Capo Teulada a ovest e quello di Capo Malfatano a est. Il territorio si colloca nel settore sud-occidentale della Sardegna a fa parte del Sulcis, la più meridionale delle subregioni geografiche, storiche e culturali riconoscibili nell’isola.

Nello stagno di Piscinnì trova sbocco temporaneo ed occasionale (a regime torrentizio) l’omonimo canale. Il bacino idrografico del Canale di Piscinnì si estende su un sistema orografico di circa 5 Km2 costituito da rilievi collinari con quote massime di poco superiori ai 200 metri s.l.m.. I versanti appaiono moderatamente acclivi anche se nei settori più elevati si assiste ad un generale incremento della pendenza accompagnato dalla presenza di strette incisioni torrentizie. Il corso d’acqua manifesta un regime spiccatamente torrentizio, con un periodo estivo di estinzione del deflusso idrico e con le sue acque alimenta la zona umida di Piscinnì, specie durante i normali deflussi idrici lungo il corso d’acqua, in quanto durante gli eventi di piena il corso d’acqua apre la foce in corrispondenza del litorale sabbioso determinando un rapido deflusso delle acque del bacino verso il mare.
La zona esaminata può essere inquadrata interamente sulla Carta Tecnica Regionale in scala 1:10000 N° 573060 (CTR) – Assessorato degli Enti Locali della Regione Autonoma della Sardegna.

 

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INQUADRAMENTO METEOMARINO

I fetch geografici maggiori si registrano si registrano nella direzione tra 220° e 250° a SudOvest, per venti di Libeccio con dimensioni da 290 a circa 640 km.
La limitata estensione delle perturbazioni cicloniche nel Mediterraneo suggerisce di considerare massimi fetch efficaci a 500 km. L’analisi dei fetch consente di individuare i settori principali e secondari di traversia del punto di riferimento.
Per la determinazione dei parametri di base dell’onda “Altezza significativa” (Hs) e “Periodo di picco” (Tp), si può utilizzare, in mancanza di dati strumentali rilevati, come nel caso del Golfo di Cagliari, il modello semplificato di Sverdrup e Munk (1947) successivamente rielaborato da Bretshneider (1952) da cui il nome SMB. Tale metodo è stato ulteriormente elaborato alla luce di nuovi rilievi del moto ondoso e delle relative stime spettrali, ed oggi è comunemente noto con il nome di SPM84 (CERC 1984). Successivamente il modello è stato rivisto da Hurdle e Stive (1989) (U.S. Army Corps of Engineers 1995).
I dati metomarini registrati dalla stazione di Carloforte descrivono una situazione caratterizzata da una maggior frequenza di vento da NordOvest (Fig. 3). Tuttavia la conformazione geografica della baia di Piscinnì fa si che queste sia maggiormente interessata dai venti da SudOvest, ovvero quelli ricadenti nel settore di traversia.

 

Spiaggia di Piscinnì – mareggiata del 29/11/2012
http://youtu.be/RFN1bmu03EE
Spiaggia di Piscinnì – mareggiata del 26/12/2013
http://youtu.be/j5kiblSm80M
Spiaggia di Piscinnì – 16/02/2014
http://youtu.be/fUs4hq6dCNo
Video registrato dalla centralina di telecontrollo degli eventi estremi e loro impatto (Azione A4) posizionata presso P.ta Su Narboni Manno
INQUADRAMENTO GEOLOGICO

Il substrato geologico della regione è rappresentato, nel settore orientale, dalla successione metasedimentaria del Cambriano, con grande distribuzione della Formazione di Bithia (metaconglomerati e marmi) e della Formazione di Nebida (filladi, metarenarie e argilloscisti), mentre in quello occidentale predominano rocce granitiche (leucograniti, granodioriti e monzograniti), legate alle manifestazioni intrusive erciniche, e rocce riolitiche e riodacitiche attribuibili alle manifestazioni vulcaniche tardo paleozoiche (Precambriano- Cambriano inf.).
I metaconglomerati affiorano in diverse località, ma sempre con spessori modesti (fino a qualche metro). Si tratta di originari conglomerati poligenici poco selezionati. I clasti, molto deformati e immersi in una matrice arenitica quarzoso feldspatica, sono principalmente costituiti da frammenti di quarziti sia grigie che nere (liditi), da quarzo di vena, e in subordine da elementi di originarie rocce vulcaniche e carbonatiche. I marmi affiorano in livelli che possono arrivare a 15-20m di spessore; hanno colore grigio chiaro, contengono intercalazioni di calcescisti e sono spesso affetti da un’intensa dolomitizzazione secondaria. La parte alta della successione è caratterizzata da metapeliti alternate a metarenarie quarzose, talora con stratificazione incrociata (Junker e Schneider, 1983).
La formazione di Bithia (Ordoviciano superiore, Pavanetto et alii, 2011) viene interpretata come una successione terrigena, con tendenza regressiva, evolutasi su un margine continentale (Junker e Schneider, 1983; Gandin et alii, 1987) in cui si riscontra un metamorfismo di grado molto basso che diminuisce verso la parte alta della successione (Junker e Schneider, 1983).
Il substrato geologico del sistema orografico che contiene i bacini imbriferi drenanti verso il settore costiero è costituito prevalentemente dal complesso metamorfico della Formazione di Nebida di età cambriana. Limitati affioramenti carbonatici attribuibili alla formazione di Gonnesa (Cambr. Medio) sono rintracciabili nel settore di M.te Calcinaio. Sulle formazioni paleozoiche del basamento poggiano sottili depositi superficiali del Quaternario, prevalentemente di ambiente continentale, costituiti da depositi detritici e colluviali che si adagiano ai piedi dei versanti e da alluvioni presenti esclusivamente nel tratto terminale del Canale Piscinnì. In ambito costiero i depositi di ambiente marino-litorale sono limitati al litorale sabbioso di Piscinnì, costituiti da sabbie di spiaggia e depositi dunari di retrospiaggia. Il tratto di costa compreso tra Capo di Piscinnì e l’isola di Campionna è contornato da un’orlatura continua di sedimenti arenacei (panchina tirreniana) ed eolianiti.