HOLMES “Harmonizing Ownership and Legal Measures for Ethical AI Systems”

Il Consiglio d’Europa verso il primo Trattato internazionale sull’IA

Lo scorso 5 settembre si è tenuta a Vilnius la Conferenza dei ministri della giustizia del Consiglio d’Europa. In tale sede, il Consiglio d’Europa ha aperto alla firma la Convenzione quadro sull’intelligenza artificiale e i diritti umani, la democrazia e lo stato di diritto.


Nel corso della Conferenza dei ministri della giustizia del Consiglio d’Europa, tenutasi a Vilnius lo scorso 5 settembre,  il Consiglio d’Europa ha aperto alla firma la Convenzione quadro sull’intelligenza artificiale e i diritti umani, la democrazia e lo stato di diritto (STCE n. 225).

La Convenzione quadro riguarda l’uso dei sistemi di intelligenza artificiale da parte delle autorità pubbliche , compresi gli attori privati ​​che agiscono per loro conto, e degli attori privati .

La Convenzione quadro è stata adottata dal Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa lo scorso 17 maggio. I 46 stati membri del Consiglio d’Europa, l’Unione europea e 11 stati non membri (Argentina, Australia, Canada, Costa Rica, Santa Sede, Israele, Giappone, Messico, Perù, Stati Uniti d’America e Uruguay) hanno negoziato il trattato. Rappresentanti del settore privato, della società civile e del mondo accademico hanno contribuito in qualità di osservatori.

La Convenzione è stata il risultato di due anni di lavoro di un organismo intergovernativo, il Comitato sull’IA (CAHAI – Ad hoc Committee on Artificial Intelligence), che ha riunito non solo i 46 membri del Consiglio d’Europa, ma anche l’Unione europea, oltre che 11 Stati non membri (Argentina, Australia, Canada, Costa Rica, Santa Sede, Israele, Giappone, Messico, Perù, Stati Uniti d’America e Uruguay) e rappresentanti del settore privato, della società civile e del mondo accademico.

L’iniziativa del Consiglio d’Europa propone un primato a livello internazionale: esso, infatti, rappresenterebbe il primo Trattato internazionale giuridicamente vincolante, volto a garantire che l’uso dei  sistemi di intelligenza artificiale risulti pienamente coerente con i diritti umani, la democrazia e lo stato di diritto.

Come precisato dalla Segretaria generale del Consiglio d’Europa, Marija Pejčinović: “La Convezione quadro sull’intelligenza artificiale è un trattato globale unico nel suo genere, che assicurerà che l’intelligenza artificiale rispetti i diritti delle persone. È una risposta alla necessità di disporre di una norma di diritto internazionale sostenuta da Stati di diversi continenti uniti da valori comuni, che consenta di trarre vantaggio dall’intelligenza artificiale, riducendo al contempo i rischi che questa presenta. Con questo nuovo trattato, intendiamo assicurare un utilizzo responsabile dell’IA che rispetti i diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto”.

La Convenzione entrerà in vigore il primo giorno del mese successivo alla scadenza di un periodo di tre mesi dalla data in cui cinque firmatari, tra cui almeno tre Stati membri del Consiglio d’Europa, lo avranno ratificato. 

Quali obblighi la Convenzione prescrive agli Stati?

La Convenzione prevede una serie di obblighi per gli Stati, che possono essere distinti in tre nuclei tematici:

  • Principi Fondamentali;
  • Rimedi, diritti procedurali e garanzie;
  • Requisiti di gestione del rischio e dell’impatto.

Per quanto riguarda il rispetto dei principi fondamentali, la Convenzione quadro sancisce che le attività svolte nel ciclo di vita dei sistemi di intelligenza artificiale devono rispettare i seguenti principi fondamentali:

  • Innovazione sicura
  • Dignità umana e autonomia individuale
  • Uguaglianza e non discriminazione
  • Rispetto della privacy e protezione dei dati personali
  • Trasparenza e controllo
  • Responsabilità e responsabilità
  • Affidabilità

Di Alessia Palladino
Assegnista di ricerca e Cultore della Materia in «Informatica giuridica» e «Computer Law»  presso l’Università degli Studi di Cagliari