Bosco Pantano di Policoro e Costa Ionica Foce Sinni: azioni ed interventi di conservazione e gestione

L’area SIC, pur essendo stata sottoposta, soprattutto nel recente passato, a forte fenomeno di antropizzazione ha mantenuto sostanzialmente integra la sua identità paesaggistica e idrogeologica.

Lungo la fascia costiera il carattere di forte naturalità che la caratterizzava sino alla prima metà del XX secolo è stato progressivamente ridotto principalmente per due fattori di impatto, entrambi legati all’attività antropica:

  • la drastica riduzione degli apporti sedimentari da parte dei corsi fluviali, dovuta soprattutto alle sistemazioni idraulico-forestali perpetrate nelle aree montane ed alle bonifiche della pianura alluvionale, che ha innescato una progressiva tendenza erosiva;
  • l’uso della spiaggia è variato nel corso degli ultimi 70 anni. La fruizione delle spiagge, un tempo riservata alle popolazioni prossimali con istallazione di infrastrutture mobili di basso impatto, è stata oggetto nell’ultimo ventennio di insediamenti turistici in un contesto di sviluppo dell’intera fascia costiera metapontina.

Appare utile rimarcare che la realizzazione di interventi puntuali e/o sporadici in porzioni ristrette del litorale non hanno assicurato benefici duraturi in termini di mitigazione dei processi erosivi. Pertanto, in considerazione della complessità del sistema fisico, la programmazione degli interventi per fronteggiare i processi di arretramento della linea di costa dovrà riguardare ambiti morfologici più complessi.
L’erosione costiera, unitamente all’abusivismo dei terreni della fascia retrodunale per scopi produttivi, ai processi di erosione generati dal calpestio, al passaggio dei mezzi motorizzati, alla pratica della pesca a strascico (mancata osservanza della regolamentazione degli accessi al sistema dunale), contribuisce in maniera differente al degrado degli habitat dunali e retrodunali. Queste diverse problematiche fanno sì che, oltre all’obbligo legislativo derivante dal rispetto del regolamento (L. R. n. 28/99), venga elaborato un piano di gestione, peraltro già previsto dal progetto in essere, che abbia come obiettivo principale il ripristino del sistema dunale ed una oculata gestione forestale del bosco igrofilo. In relazione al recupero morfologico della duna nei tratti interessati dal fenomeno dell’erosione costiera, la scelta tecnica da suggerire è rappresentata da interventi di inserimento di barriere frangivento al fine di favorire i processi di accumulo dei sedimenti sabbiosi, lasciando alla natura il compito di ricostruire il tratto di duna mancante.
La scarsa conoscenza dell’importanza degli habitat dunali e del bosco planiziale spesso fa sì che i fruitori assumano inconsapevolmente comportamenti che arrecano danno agli habitat come il calpestio delle piante, la raccolta di alcuni fiori (Pancratium maritimum), l’abbandono di rifiuti e l’accensione di fuochi o altre operazioni vandaliche. Si suggerisce, pertanto, di affrontare tali problemi mediante campagne informative specifiche sull’importanza della salvaguardia e della conservazione del sistema dunale, sul valore biogeografico e naturalistico della macchia a ginepro.