Bosco Pantano di Policoro e Costa Ionica Foce Sinni: aspetti botanici

Numerose indagini di campo effettuate nel periodo autunno 2009 – estate 2010 hanno permesso di censire le specie presenti entro il perimetro dell’area SIC. I dati ottenuti dai rilievi effettuati sul campo, insieme alle informazioni ricavate da dati bibliografici hanno permesso di stilare un elenco floristico completo che comprende 312 taxa appartenenti a 77 famiglie e 219 generi.

All’interno del contingente floristico 311 appartengono alla divisione delle Spermatophyte. Queste ultime (fig. 1) sono rappresentate da 4 Gymnospermae (Pinus halepensis Mill., Juniperus oxycedrus L. subsp. macrocarpa (Sibth. & Sm.), Juniperus phoenicea L. subsp. turbinata (Gus.) Nyman ed Ephedra distachya L.) e da 307 Angiospermae. Si evidenzia, inoltre, la presenza di alcune specie di interesse conservazionistico, particolarmente significative per storia, rarità e vulnerabilità, come le già citate Juniperus phoenicea L. subsp. turbinata (Gus.) Nyman ed Ephedra distachya L..

Lo spettro corologico, riportato in figura 2, mostra che oltre il 70% del contingente floristico è costituito da specie tipiche delle regioni del Mediterraneo; il restante 27,9% è costituito, invece, da corotipi delle regioni euro-asiatiche (15,4%), boreali e di ampia distribuzione, segno di un certo grado di antropizzazione dell’area esaminata.

Dai risultati degli studi effettuati per l’azione A1 è possibile distinguere una prima fascia di spiaggia detta “zona afitoica”, sempre priva di vegetazione a causa delle condizioni ambientali fortemente proibitive (Foto 1). La prima forma di colonizzazione sulla spiaggia emersa è costituita dalla vegetazione psammofila che esercita un’azione di ostacolo al trasporto eolico.

Le specie più comuni sono Cakile maritima subsp. maritima (Foto 2), accompagnata da Medicago marina e Salsola kali, che formano il primo ostacolo alla sabbia portata dal vento che in qualche punto comincia ad accumularsi.

A ridosso della fascia del Cakiletum, si incontrano le prime specie perenni che contribuiscono al processo di formazione delle dune embrionali, in cui ha un ruolo fondamentale l’Elymus farctus subsp. farctus. Questa specie blocca la sabbia e consolida il suolo con i lunghi e fitti rizomi, favorendo la colonizzazione da parte di altre specie. Le specie che accompagnano l’Elymus farctus subsp. farctus sono: Echinophora spinosa, Medicago marina, Ephedra distachya, Eryngium martimum, Otanthus maritimus subsp. maritimus e Pancratium maritimum.
La fascia di vegetazione successiva colonizza e contribuisce ad edificare la duna mobile. Rappresentativa di questo habitat è Ammophila arenaria subsp. australis. Tale specie riveste un ruolo significativo per la capacità di trattenimento delle sabbie in relazione alla loro struttura nonché all’ampiezza dell’apparato radicale (Foto 3).

La vegetazione tipica delle zone umide, invece, è quella elofitica a Phragmites australis, spesso formante cespugli ampi e pressoché monospecifici. Nell’interduna e in aree umide e salse si rinvengono popolamenti sparsi di Juncus acutus, Juncus maritimus, con presenza di Phragmites australis e qualche esemplare di Tamarix spp.
Dietro le prime dune mobili stabilizzate da Ammophila arenaria subsp. australis, si crea una zona riparata con rilievi più modesti, le dune consolidate che ospitano una vegetazione legnosa arbustivo-arborea, sempreverde, dominata da Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa (Foto 4).

Il “ginepreto” è costituito in prevalenza da Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa e Pistacia lentiscus, a cui si associa in alcuni tratti la Phillyrea latifolia. Si nota anche la presenza di altre specie tipiche della macchia mediterranea, quali Cistus creticus subsp. eriocephalus, Cistus monspelliensis, Thymelea hirsuta, Daphne gnidium, Rosmarinus officinalis, Rhamnus alaternus, Asparagus acutifolius e in alcuni tratti rinnovazione di Pinus halepensis.
Nell’habitat 2250 si riscontra anche la presenza di esemplari giovani ed adulti della specie alloctona Agave americana (Foto 5); tale presenza potrebbe portare alla perdita di biodiversità, fino a contribuire alla scomparsa di specie caratterizzate da estesi e robusti apparati radicali, riducendo l’azione consolidante dei substrati sabbiosi e danneggiando l’integrità stessa dei sistemi dunali costieri.

Inoltre, la presenza di specie aliene spontaneizzate, come Agave americana e Opuntia ficus indica, contribuisce a limitare la presenza di densi popolamenti di Ephedra distchya, specie rara.