Bosco Pantano di Policoro e Costa Ionica Foce Sinni: esempi significativi di pressioni-minacce-criticità e impatti

Nel corso del rilevamento dei fattori di pressione/minaccia e criticità si evince che le minacce più frequentemente rilevate sono l’erosione costiera, il calpestio eccessivo, la pesca a strascico ed i veicoli motorizzati, che interessano tutti gli habitat dunali, compreso il 2250. Gli habitat maggiormente a rischio sono gli habitat dunali 2110, 2120 e 2210, in cui l’erosione costiera e l’utilizzo di veicoli motorizzati, se non attenuati o rimossi, potrebbero portare ad una scomparsa totale degli stessi; la pesca a strascico, il calpestio eccessivo e l’invasione di una specie, se non regolamentati, potrebbero, invece, causare la scomparsa parziale degli stessi habitat dunali.
Danni da erosione costiera interessano anche l’habitat 2250, in maniera incisiva in alcuni tratti dove le dune distrutte non garantiscono un’adeguata protezione dell’habitat; tale fenomeno se non contrastato potrebbe portare nel tempo alla scomparsa parziale dell’habitat 2250. Nel complesso, quasi tutti i fattori di pressione/minaccia riscontrate risultano essere di origine antropica, a dimostrazione dell’impatto delle attività umane sulla riserva naturale.

Misure di mitigazione/prevenzione

Di seguito si discutono, per ogni singola tipologia di minaccia rilevata, le misure di mitigazione che si ritengono più urgenti e necessarie sulla base delle osservazioni effettuate nel corso dei rilevamenti di campo.

Erosione costiera: rappresenta la minaccia di tipo antropico maggiormente riscontrata nell’area in esame. Gli habitat fortemente interessati da tale minaccia sono quelli del sistema dunale e di conseguenza, nella successione catenale, l’habitat 2250. Al fine di prevenire questo fenomeno è indispensabile definire un dmv (deflusso minimo vitale) per il fiume Sinni e cercare di arrestare la drastica riduzione degli apporti sedimentari dei corsi fluviali mediante l’eliminazione o la ristrutturazione della rete di canali. Il litorale, essendo impostato sui sistemi di foce di corsi d’acqua, è particolarmente sensibile alle variazioni degli equilibri tra apporto solido fluviale e regime del moto ondoso e delle correnti marine che distribuiscono i sedimenti lungo la costa ed al largo. Gli studi ad oggi realizzati nell’area hanno evidenziato la stretta relazione tra arretramento costiero e riduzione del trasporto solido dei corsi d’acqua lucani con foce nel Mar Jonio. La realizzazione di dighe e traverse sui corsi d’acqua lucani ha determinato un sostanziale decremento del trasporto solido cui si è sommato l’effetto indotto dal prelievo di inerti nelle aree di pertinenza fluviale per la realizzazione di grandi strutture idriche.

Calpestio eccessivo: il fenomeno erosivo si innesca per effetto del calpestio che provoca l’asportazione della sabbia incoerente ed il conseguente affioramento e rottura degli apparati radicali della vegetazione. Si tratta di effetti causati essenzialmente dalla presenza di turisti e visitatori che ha innescato un processo di degrado del sistema dunale causato dal continuo attraversamento degli habitat; fenomeno maggiormente evidente lungo la duna e meno significativo nell’habitat 2250. Per far fronte alla problematica del calpestio e consentire nel contempo la possibilità al turista/visitatore di poter godere della bellezza di questo litorale, è possibile intervenire con l’installazione di nuove passerelle in legno, in corrispondenza di alcuni attraversamenti del cordone dunale. Inoltre, per scoraggiare l’attraversamento incontrollato del cordone dunale da parte dei turisti, potrebbe risultare utile intervenire con la realizzazione di una staccionata in legno lungo tutto il perimetro delle dune.

Invasione di una specie: L’habitat maggiormente minacciato dalla presenza di specie invasive è il 2250, dove è stata riscontrata la presenza di imponenti esemplari di Agave americana. Tale presenza è da ricondurre a fenomeni di spontaneizzazione della specie nel sistema dunale ed all’utilizzo di questa specie come pianta ornamentale in strutture balneari presenti nelle zone confinanti al SIC. E’ necessario intervenire con la progettazione di operazioni di eradicazione specifica di tale specie.

Veicoli motorizzati: i danni dovuti al transito di veicoli motorizzati sia nelle aree ad accesso autorizzato che in quelle incontrollate. In particolare, nell’area SIC è presente una piccola rete di strade poderali recentemente asfaltate che in taluni casi si rilevano particolarmente dannose per le comunità faunistiche, ma soprattutto per la vegetazione psammofila poiché, facilitando l’ingresso dei veicoli motorizzati fino alla spiaggia, causano la degradazione degli habitat dunali ed in alcuni casi la loro scomparsa.

Pesca a strascico: l’art. 10 del regolamento (L. R. n. 28/99) vieta la navigazione con qualsiasi mezzo sia a motore che senza motore, l’art. 23, inoltre, enuncia che all’interno della riserva è vietata la pesca, ma nonostante tali divieti, in alcune zone della costa viene praticata la pesca a strascico “selvaggia”, che determina una totale scomparsa della vegetazione psammofila a causa sia del continuo attraversamento delle imbarcazioni dalla terra ferma al mare, sia della presenza di veri e propri “depositi permanenti” costituiti da imbarcazioni dismesse, reti ed altro materiale. Al fine di garantire una effettiva ed efficace protezione del sistema dunale è necessario intervenire incrementando la sorveglianza in modo da far rispettare le norme del regolamento e l’applicazione di sanzioni amministrative.

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