Resoconto informale della seduta del Consiglio di Amministrazione di UniCA del 22.12.2015
PREMESSA. Questo resoconto è il primo della serie di resoconti informali che verranno fatti dopo ogni seduta del CdA di UniCA. Lo scopo dei resoconti è dare un quadro alle decisioni prese dal Consiglio e fornire uno spazio di confronto. Ovviamente non ha valore di verbale, serve unicamente come informazione di massima e riflette le opinioni degli scriventi che non hanno validità di verbale né coinvolgono le scelte degli Organi di Governo dell’Ateneo.
Resoconto
La seduta del CdA del 22.12.2015 aveva come argomento principale l’approvazione del bilancio di previsione del 2016. In apertura il Rettore, Prof.ssa Maria del Zompo, ha dato al Consiglio alcune comunicazioni importanti.
- C’è un coordinamento CUN, CRUI, ANVUR, MIUR e Ministero della Salute per far sì che alle AOU venga riconosciuto tra i mandati costituenti, oltre quello di supporto ai sistemi nazionali e regionali della Salute, anche quelli fondamentali di Ricerca e Didattica che conseguono dalla parte universitaria dell’AOU
- la CRUI ha fatto diverse richieste:
- un rinvio “congruo” delle date fissate per la VQR
- la proroga di un anno degli RTDB in scadenza senza abilitazione per la mancanza di bandi
- la CRUI prende atto dei 5M€ per il diritto allo studio. La cifra è ovviamente irrisoria e inoltre ripartita con criteri iniqui, come fatto notare da numerose associazioni studentesche
- Il piano dei 500 docenti deciso dal Governo è fatto con assunzioni definite da una commissione decisa dal Ministro e in totale difformità da tutte le regole di trasparenza e valutazione sulle quali il ministero stesso dice di volere che siano alla base del funzionamento del reclutamento universitario. Sarebbero inoltre assunzioni nei ruoli universitari fatte in assenza della necessaria Abilitazione Scientifica Nazionale
- Il piano straordinario per Professori Ordinari è stato finanziato con una cifra irrisoria, 6M€ per il 2016 e 4 + 6M€ per il 2017 (i 6M€ per il 2017 sono solo per gli stipendi di chi sarà assunto con i bandi dell’anno precedente, non sono aggiuntivi). Per UniCA questo corrisponderebbe ad un paio di passaggi per anno. Dal 2018 in poi sono previsti sono i 10M€ di mantenimento dei costi. I criteri di ripartizione saranno stabiliti nei primi mesi del 2016
- La questione del Costo Standard Studente è stata portata, a seguito del ricorso al TAR delle Marche dell’ateneo di Macerata, di fronte alla Corte Costituzionale.
I punti all’Ordine del Giorno sono stati approvati tutti, in questo resoconto ci soffermeremo unicamente sul punto relativo al Bilancio di previsione 2016 e al bilancio pluriennale.
- L’Università di Cagliari è interessata da diversi anni da importanti e continue riduzioni dell’FFO, solo parzialmente compensate da interventi della Regione Sardegna. La situazione socio economica della Sardegna poi penalizza ulteriormente gli atenei isolani.
- Il bilancio di previsione del 2016 non potrà quindi che essere impostato a criteri di contenimento della spesa cercando per quanto possibile di non diminuire gli investimenti fondamentali. Restano però ovviamente delle criticità notevoli, alle quali si spera di poter ovviare in corso d’anno. E’ importante ricordarsi che questo è il bilancio di previsione fatto sulla base delle entrate che è ragionevole aspettarsi e fatto in “autoprotezione”, cioè con le stime conservative.
- E’ stato rimesso il fondo CAR, anche perché per quanto riguarda la Fondazione Banco di Sardegna non si hanno ancora informazioni specifiche sui finanziamenti che potranno pervenire all’Ateneo.
- Sono previsti fondi per premialità docenti da utilizzare per attività di ricerca da dare a seguito di impegni importanti in attività soprattutto legate all’accreditamento. Questo è un aspetto importante, in quanto la fase di accreditamento si avvicina a grandi passi e coinvolge tutti gli aspetti della vita del nostro Ateneo, dalle strutture, alla didattica, alla ricerca. Se falliamo finiamo come un liceo, per esempio senza dottorati. Questo è un rischio che non dobbiamo correre e richiede l’impegno attivo di ciascuno di noi.
- La legge regionale 26/96 permette di rimborsare costi per personale che svolge compiti di didattica. Sono fondi che ci permettono di mantenere il budget entro i limiti di bilancio indispensabili per rimanere un Ateneo “virtuoso” secondo i criteri ministeriali.
- E’ stato integrato, grazie ad una proficua interazione con il Collegio dei Revisori dei conti, il fondo per il trattamento accessorio del personale TA, un importante riconoscimento per il loro lavoro. E’ da sottolineare che nella legge di stabilità questo fondo verrà ulteriormente ridotto.
- Alle Facoltà verranno attribuiti unicamente i fondi per la copertura di contratti e supplenze
- Sono allo studio progetti per le energie rinnovabili che possano ridurre il pesante costo sul bilancio delle spese per l’energia
- Ci sono dei fondi per le borse di studio che, pur non di competenza di UniCA, sono stati introdotti per compensare almeno parzialmente la quasi totale dismissione di questa voce da parte dello Stato, pur essendo questo un obbligo costituzionale.
Veniamo adesso alle note dolenti.
- La RAS ha abbandonato il progetto per la biblioteca scientifica regionale sulla L.R. 7/2007, cosa che implica che i fondi per le biblioteche sono unicamente su fondi UniCA
- Non ci sono fondi per punti organico nel 2016. Per il momento non ce lo possiamo permettere dal punto di vista economico dato che prevedere spese su quel fronte ci farebbe sforare i limiti di bilancio e, passando ad Ateneo non virtuoso, pagheremmo delle conseguenze pesanti sia dal punto di vista finanziario che di ulteriori vincoli di spesa.
- Ci sono pochi fondi per le borse di dottorato. Questo è un punto estremamente dolente dal punto di vista di una Research University. Il Rettore ne è perfettamente a conoscenza, ovviamente, e il ripristino di questa voce con fondi per il momento non disponibili o certi da mettere nel bilancio di previsione è una priorità importantissima. A questo riguardo non si può non notare come per il momento il sostegno della RAS al nostro ateneo risulti limitato, cosa che con i continui tagli al bilancio a causa della scelta di criteri iniqui come quelli già citati per il costo standard studente non fa che rendere la nostra situazione più difficile. Sono in corso dei confronti con RAS e Comune di Cagliari per cercare di ottenere nuove risorse che possano dare un po’ di ossigeno al nostro Ateneo che permettano di ripristinare queste voci.
Non possiamo non sottolineare come le prospettive per il nostro ateneo, se nulla cambia, siano piuttosto fosche. I criteri di ripartizione dell’FFO nazionale sono iniqui, basta citare il criterio di attrattività verso studenti di altre regioni che ci penalizza pesantemente e ingiustamente, e tendono a rafforzare gli atenei del Nord rispetto a quelli del Sud. A questo si aggiunge una politica nazionale costantemente tesa alla penalizzazione del sistema di alta formazione e ricerca con strategie sempre e solo punitive e di taglio delle risorse, che va avanti da anni. L’aggiunta di criteri iniqui e penalizzanti non fa che rendere il quadro sempre più negativo.
Non si può poi non tener conto che le nostre risorse dipendono comunque anche dalle nostre performance di didattica e ricerca. Al di là delle scelte specifiche, è chiaro che, per esempio, l’aumento registrato del numero di docenti inattivi scientificamente non è un segnale positivo qualunque sia il criterio scelto per la valutazione.
Alcune ulteriori considerazioni che ci paiono fondamentali. Il bilancio per il momento è in equilibrio grazie alla “clausola di salvaguardia” del 2%, che permette al nostro ateneo di avere “solo” una riduzione del 2% rispetto all’anno precedente, come già avvenuto per il 2015 rispetto al 2014. Se questa clausola saltasse o cambiasse in aumento (è una scelta in mano al Ministro) le conseguenze per noi sarebbero molto pesanti. Per fare qualche numero, l’incremento dal 20 al 25% della percentuale di risorse FFO nazionale ripartita in base al costo standard studente, tra il 2014 e il 2015, ha determinato una perdita, nel totale quota base, di circa 6,5 milioni di euro. Grazie alla clausola di salvaguardia al 2%, rispetto alla assegnazione corrispondente per il 2014, la perdita effettiva è stata contenuta in 2.3M€. E’ chiaro, quindi, che se venisse cancellata o aumentata la clausola di salvaguardia e/o aumentata la percentuale di ripartizione dell’FFO rispetto al costo standard studente, le conseguenze sarebbero quasi irrecuperabili. Non è una questione di allarmismo, ma di seria presa in considerazione delle prospettive che abbiamo davanti per intraprendere quanto prima tutte le azioni possibili per evitare queste conseguenze negative.
a cura di Giuseppe Mazzarella, Sonia Melis, Guido Mula, Aldo Pavan, Olivetta Schena
DISCLAIMER
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