Set 112015

Il rettore Del Zompo: «No all’iper specializzazione, rimaniamo generalisti»
Viaggio negli atenei. I conti a posto nonostante i tagli statali. La novità della tesera baby per chi ha figli sotto i 10 anni
di Felice Testa
da “La Nuova Sardegna“
L’Università di Cagliari è la quarta in Italia per la grandezza del taglio subìto negli ultimi sei anni dal governo (il 27% in meno). Nonostante l’impietoso intervento statale, il bilancio dell’Ateneo è a posto, i conti in ordine, e anche l’indice di sostenibilità economica e finanziaria (Isef), che colloca Cagliari tra gli atenei “virtuosi” in Italia.
L’ateneo conta 6 facoltà, 77 corsi di laurea, 26.356 iscritti (in totale) nello scorso anno, un po’ meno di 11mila i fuoricorso. La facoltà con maggior numero di iscritti è Scienze economiche, giuridiche e politiche con 8mila studenti . Oggi è un’unica facoltà dopo “la fusione a freddo”, voluta dal ministro Gelmini, delle tre facoltà di Economia, Giurisprudenza e Scienze politiche). La più piccola è Scienze con 1.400 iscritti. La media dei laureati all’anno è di circa 4mila. I corsi post laurea (tra master, scuole di specializzazione, ecc.) sono 49 con 1.490 iscritti. Sono attivi 622 accordi con atenei di tutto il mondo per la mobilità internazionale degli studenti (Erasmus e Globus). Sono 815 gli studenti sardi partiti nell’ultimo anno accademico, poco più di 300 quelli venuti dall’estero. L’Ateneo ha un corso di laurea interamente in lingua inglese (international management, ex facoltà di Economia). Al 31 dicembre 2014 erano mille i docenti e ricercatori, 1.042 le unità di personale tecnico e amministrativo.
Quella di Cagliari è un’università dal volto umano che trasmette sapere e guarda alle persone. Il nuovo rettore, Maria Del Zompo, la prima donna a ricoprire la carica nei 400 anni di vita dell’ateneo, ha introdotto la “tessera baby”: una tessera riservata a studentesse in attesa o a genitori di bambini fino a 10 anni, che dà diritto ad agevolazioni nei parcheggi (riservati in ogni facoltà), priorità nel disbrigo pratiche, precedenza agli esami e altre facilitazioni in grado di venire incontro alle esigenze di chi deve studiare e al tempo stesso occuparsi dei figli . Allieva di Gian Luigi Gessa, laureata in medicina e specializzata in Neurologia a Cagliari, ordinario in Farmacologia dal 2000, Maria Del Zompo si è perfezionata al National Institute of Mental Health di Bethesda (Usa) con Robert M. Post e nel laboratorio di Farmacologia di John Tallman. Preferisce essere chiamata rettore, non le piace il termine “rettrice” o “magnifica”. L’Università del rettore Del Zompo è un ateneo in controtendenza, un’anomalia nel panorama di un pensiero dominante orientato alla conoscenza iper specialistica piegata all’esigenze del mercato del lavoro. Ci sono, invece, dei punti fermi nell’indirizzo del nuovo rettore, che parlano di un’altra idea della cultura, nella convinzione, innanzitutto, che lo stato debba garantire il diritto allo studio a tutti, anche ai privi di mezzi, e che il successo di un ateneo passi dall’interdisciplinarietà, dalla contaminazione dei saperi.
Maria Del Zompo è uno scienziato che difende le scienze umanistiche. Le sue parole d’ordine sono “cultura, ricerca e innovazione”. «Si tende a pensare – dice – che l’università sia un ufficio di collocamento. È un errore. L’università è fondamentale come ascensore sociale. Ma perché questo si realizzi, deve mantenere le sue caratteristiche di università generalista, deve insegnare un metodo di conoscenza, deve preparare studenti capaci di affrontare ogni difficoltà legata ai cambiamenti, alle innovazioni. L’università in Italia è ambiziosa e deve continuare a esserlo. Ha sempre fornito le basi culturali, sulle quali è possibile inserire qualunque innovazione. È una caratteristica che ha distinto gli studenti e i ricercatori italiani all’estero. L’università di Cagliari andrà nella direzione di conservare la sua dimensione generalista, di mantenere tutte le discipline e lo faremo sempre di più».
Un cammino difficile che deve fare i conti con una “filosofia” del governo che sembra andare in direzione opposta. «Mi sembra ci sia una deriva a livello centrale – sottolinea il rettore – che vuole sacrificare sull’altare di un non meglio precisato “disegno economico”, la cultura, la scuola e l’università. Non riesco a accettarlo e combatterò con tutta la mia intelligenza per dimostrare che l’istruzione, l’università, sono utili al singolo e alla collettività. L’università generalista fa crescere il pensiero critico e solo attraverso la cultura si riesce a far crescere una società e a farlo secondo principi etici. Porteremo avanti i nostri obiettivi, a cominciare dall’innovazione, dalla semplificazione di tutto l’aspetto burocratico, dal miglioramento del nostro approccio sulla didattica digitale, all’integrazione con il territorio. Ora, il nostro obiettivo principale è l’accreditamento dell’ateneo da parte dell’Anvur (Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca). In questo non vogliamo partecipare, vogliamo vincere. L’ateneo verrà accreditato. I sardi sono testardi e ci sarà l’impegno di tutti per dimostrare la qualità della nostra didattica».