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Laboratorio di auto-costruzione

OraniLab

Orani, 29 luglio – 7 agosto 2021

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Progettato, e poi interamente costruito in soli sette giorni da venti studenti e studentesse della Scuola di Architettura dell’Università di Cagliari, il laboratorio di auto-costruzione OraniLab ha esplorato le potenzialità di uno spazio del centro abitato di Orani, e ha consegnato alla comunità del quartiere un luogo che metta in relazione la rete di parchi pubblici collocati al confine orientale del paese, per il tempo libero, per incontrarsi, giocare, accogliere manifestazioni e attività culturali.

Realizzato dal 29 luglio al 7 agosto 2021, nell’ambito del festival “Borghi in Festival: Abitare Connessioni” organizzato da Sardarch, l’intervento lascia al quartiere un articolato sistema architettonico, che si sviluppa lungo il Parco Padre Cavada, intrecciando e facendo leva sulle peculiarità paesaggistiche del luogo, sulle alberature, e sulle relazioni spaziali con il vicinato.

Un impianto flessibile, ma ordinato dalla struttura architettonica principale di ragguardevole imponenza, e che configura lo spazio del parco dando vita ad un complesso di piccole piazzette, aree coperte e aperte, sedute, luoghi da vivere, in solitudine o per incontrarsi.

Straordinaria, calorosa, generosa, e a tratti toccante è stata l’accoglienza del quartiere, di bambini e adulti, che per sette giorni hanno accompagnato i lavori; è stata questa un grande dono e contributo imprescindibile per la realizzazione dell’intervento.

Questo è un racconto dell’esperienza di OraniLab…

Laboratorio residenziale ad Orani
Dopo un laboratorio progettuale a Cagliari, dal 29 luglio al 7 agosto 2021 il gruppo di venti studenti e studentesse si è trasferito ad Orani per il laboratorio residenziale di auto-costruzione.

Nella Provincia di Nuoro, Orani è distante 170 km da Cagliari, circa un’ora e tre quarti in automobile.

Orani

Il sito dell’intervento si trova nella zona di Sae Mastio, sul pendio nord-orientale della vallata.

Il sito dell’intervento: Parco comunale “Via Padre Cavada”

Il progetto voleva essere una dimostrazione sui modi in cui si possa dar significato e uso ai luoghi “in attesa”, da riscoprire “non per un intervento con qualche scultura, graffito in un angolo che non avrebbe nessun significato e non conterebbe niente, ma per un intervento totale.” (Costantino Nivola).

A partire da uno sguardo d’insieme, ripercorriamo i principali elementi del sistema architettonico, e assieme le fasi della sua realizzazione.

Costruzione di una architettura temporanea, reversibile, e replicabile, con materiale di riciclo, attraverso un processo di auto-costruzione progettato e realizzato direttamente dagli studenti e dalle studentesse della Scuola di Architettura di Cagliari.

Uno sguardo d’insieme.

I muri
Che organizzano lo spazio del parco.

I Totem
Due totem agli ingressi Nord e Sud del parco.

La Pedana
Un luogo per sostare, osservare, esibire.

Il Tempio
Per raccogliersi e contemplare.

Il giardino
Per incontrarsi, e giocare!

Il Muro

L’elemento che struttura lo spazio del parco è dato da un intreccio di massicci “muri” costruiti in pallet.

Il muro rappresenta il carattere fondante della tradizione costruttiva mediterranea e dello stesso paese di Orani, e l’edificio si rappresenta verso l’esterno come un doppio muro che genera un accesso nello spazio tra i due. L’elemento in questo modo distingue un interno da un esterno definendo una gerarchia chiara all’interno del parco.

La costruzione del muro è eseguita con i pallet disposti a giunti sfalsati per rendere il sistema più solido e per ottimizzare le risorse. La disposizione dei pallet genera un fronte in cui si alternano pieni e vuoti e che richiama nell’orizzontalità dei ricorsi all’opera muraria in pietra o in laterizio.

Vediamo nel dettaglio la sua costruzione.

I “muri” segnano la struttura e organizzano lo spazio del parco.

Costruiti con i pallet – di cui due tavole superiori sono state rimosse, colorate e poste a copertura laterale – per formare un peculiare disegno che “vela e svela”.

Le fasi di realizzazione del muro…

Il “Tempio”

Il “tempio” costituisce l’elemento centrale del complesso di OraniLab, spazio definito dalla doppia piega dei due muri di interfaccia verso l’esterno che conferiscono al tempio la dimensione di una cellula circoscritta.

Il progetto prevede due sistemi di accesso, il primo in chicane ottenuta tramite il raddoppio dei muri principali, mentre il secondo è una porta-soglia che proietta verso il percorso da cui si può ammirare la valle di Orani.

La copertura è realizzata attraverso una tessitura di travi che si poggia da un lato su uno dei due muri, dall’altra diventa invece parete verticale e costruisce una tenda vibrata lignea verso lo spazio mirador. La parete permette di ancorare le travi binate e genera un filtro permeabile alla luce e al verde.

Entriamo nel “Tempio”…

Avvolto da tre lati dall’incontro tra le due massicce “L” dei muri di pallet, e rinchiuso da una delicata pergola che dal quarto lato si erge dal suolo e dal suo muro verticale proietta travi slanciate di legno chiaro, coprendo la “sala segreta”.

La sala che è un punto d’arrivo, ma anche il punto di partenza per un altro viaggio, diverso, guidato dal sentiero di sabbia bianca oltre la Soglia d’uscita.

Sul lato opposto, la pergola completa la copertura, accenna di voler avvolgerci, per un po’, e svanisce nel muro.

La costruzione del tempio…

(Varcando la Soglia)

La Soglia del tempio definisce l’accesso a uno spazio più raccolto e intimo, da cui si può leggere dall’esterno la tessitura lignea della parete e caratterizzato dalla prossimità con il verde e dagli scorci verso il paesaggio della valle di Orani.

Lo spazio si configura come un luogo della scoperta e del gioco, in cui l’ombra generata dal muro e dal verde costruiscono uno spazio protetto e fresco. Un percorso indirizza in ghiaia indirizza verso lo spazio della pedana e la vista privilegiata verso la valle.

Avviamoci sul percorso della sabbia bianca…

… attraverso la Soglia.

Un ultimo sguardo al Tempio…

.. e alla Soglia appena varcata.

La Pedana

La Pedana è un elemento che si relaziona direttamente con il suolo, in maniera più viscerale del muro stesso. Si tratta infatti di un sistema massivo che interrompe il muro e si proietta con una seduta verso il paesaggio.

La seduta posta in chiusura ne definisce un limite ideale e una modalità d’uso che può svolgersi nei due sensi opposti, verso la piazza e verso la vista, generando da una parte uno spazio adunante, e dall’altro un sistema individuale e di contemplazione del paesaggio.

Da qui, la strada conduce alla Pedana…

… e alla seduta che si affaccia sulla valle di Orani. 

È una pedana?, è un cannocchiale?, è un palcoscenico?, è un molo d’approdo?

Il Totem

I due Totem rappresentano l’elemento di forte riconoscibilità del complesso, disposti in modo da essere visibili dalle due vie di accesso, via Peppino Mereu e via Padre Cavada.

Il dispositivo è un elemento monolitico che riporta il logo del padiglione e che costituisce il primo elemento di comunicazione e di accesso al sistema.

Spostiamoci di fronte al primo Totem, posto all’ingresso Sud del parco.

Marcato dal logo e dai colori di OraniLab – il rosso e il nero –, segna idealmente l’ingresso al complesso.

Il giardino

La ricerca di uno spazio ombreggiato e fresco al riparo del padiglione ha portato alla realizzazione del giardino.

Un sistema di approssimazione all’area più densa di vegetazione in cui si è agito attraverso due lunghi blocchi sedute e una serie di vasche da gioco in ghiaia. A questo si aggiunge la messa a dimora di specie della macchia mediterranea a colonizzare e naturalizzare il padiglione.

Si genera uno spazio centripeto per il gioco e per la festa in cui la dimensione adunante delle sedute in un luogo fresco e riparato ne permette l’utilizzo per tutta la giornata.

Dal totem si attraversa la piazza e si va verso il giardino.

Un piccolo spazio per l’incontro…

Sotto gli alberi e in mezzo al verde.

Con gli elementi che lo compongono…

Sedute, aiuole e piante rampicanti, vasche di gioco.

Il complesso

Il complesso OraniLab genera un articolato sistema di spazi aperti, che può distinguersi in cinque comparti: la “grande piazza” antistante il muro centrale, il giardino con la sua quinta lungo il muro laterale, il tempio, il percorso “mirador” dietro il muro che attraverso la “piazzetta” retrostante conduce alla pedana.

Il sistema agisce attraverso due muri che con la loro giacitura generano successioni diverse di spazi che si predispongono ad usi differenziati e che permettono una nuova lettura del luogo del parco, un tempo “spazio d’avanzo”.

Uno sguardo d’insieme.

Il Complesso OraniLab nel suo contesto.

Lavori in corso

Tante piccole e grandi lavorazioni servirono per fare OraniLab, dal taglio del legno alla rimozione dei chiodi e delle tavole dei pallet, dal disegno delle decorazioni allo scavo delle fosse per le aiuole e le sabbiere di gioco.

Ne proponiamo una piccola rassegna…

Le persone

OraniLab è stato fatto da studenti, studentesse, docenti e tutor della Scuola di Architettura di Cagliari., con grande aiuto del Comune di Orani e dell’organizzazione del Festival “Abitare Connessioni”.

Ma non è stato solo questo. OraniLab è, soprattutto, coinvolgimento; il risultato di una straordinaria, calorosa e generosa accoglienza del quartiere che fin dal primo giorno ci ha accompagnato nei lavori…

Ci hanno “studiato”, insegnato, consigliato, appoggiato e sostenuto. Siamo stati accolti nelle loro case, ci è stato dato riparo, hanno conservato e protetto i nostri attrezzi, hanno alimentato i nostri avvitatori, i nostri trapani e le nostre idee a suon di frutta, caffè e bistoccos.

Ci siamo conosciuti in un momento molto strano delle nostre vite.

Nell’estate 2021, appena usciti dalle chiusure della pandemia, ci siamo aiutati per riavvicinarci all’affettività e alla condivisione. Quest’accoglienza è stata un dono toccante, un contributo speciale per OraniLab.

Grazie.

(Titoli di coda)