
Alessio Barrili

Alessio Barrili (Cagliari, 1990), architetto, vive e lavora a Cagliari. Dopo la laurea in Scienze dell’Architettura conseguita nel 2013 presso la facoltà di Architettura di Cagliari, si trasverisce a Venezia dove consegue la laurea magistrale in Architettura per il Nuovo e l’Antico, presso lo IUAV nel 2016.
Durante la sua carriera universitaria ha l’opportunità di frequentare corsi con numerosi architetti di fama internazionale e svolgere un periodo di tirocinio all’estero, presso lo studio MGM Arquitectos di Siviglia. Terminati gli studi svolge attività di collaborazione con diverse realtà legate al mondo degli allestimenti e delle installazioni per mostre ed eventi culturali.
Nell 2017 torna in Sardegna dove collabora con lo studio AJF Design.
Dal 2018, svolge l’attività professionale in maniera indipendente, fondando lo studio di progettazione “10TRE” con l’Ing. Carla Locci ed il Geom. Roberto Barrili, in cui si occupa principalmente di progettazione architettonica, ristrutturazioni residenziali e commerciali.
I progetti
Recupero e riconversione dell’ex Clinica Maria Ausiliatrice
Il complesso dell’ex clinica Maria Ausiliatrice sorge nel cuore del quartiere di Stampace bassa, immerso nel fascino delle architetture liberty di Viale Merello. All’interno di tale contesto, l’edificio occupa una posizione privilegiata, incastonato tra la Villa Fanny e l’Istituto Salesiano e vanta delle viste uniche su alcuni dei panorami più belli e caratteristici che Cagliari può offrire, dal quartiere storico di castello fino al porto turistico.
L’immobile, edificato nei primi anni ‘50, era destinato alla medicina interna, con particolare attenzione alla qualità della degenza del paziente. Queste scelte generano ambienti luminosi, ariosi e piacevoli, resi altamente fruibili grazie alla facilità di orientamento nei percorsi, alla cura dei dettagli negli interni ed alle viste sempre in contatto con la natura.
L’idea di progetto nasce dalla volontà di dare compiutezza ad un fabbricato che al momento appare come un “objet trouvé” di natura indefinita, incapace di comunicare e relazionarsi con il suo contorno.
Al fine di non lavorare in maniera eccessivamente invasiva sul tessuto storico della città, si decide di conservare il corpo di fabbrica esistente, che viene mantenuto e diventa oggetto di un processo di riqualificazione integrale.
L’organizzazione distributiva, in senso verticale, prevede al piano terra una clinica oculistica, i piani superiori vengono interamente destinati ad uso residenziale. Al piano seminterrato sono invece presenti l’autorimessa della clinica, cantine e locali tecnici. Le unità residenziali si sviluppano attorno alla maglia strutturale esistente, secondo un layout di unità standard che possono essere accorpate tra loro cosi da poter soddisfare le esigenze del mercato.
Il linguaggio dei prospetti si ispira ai criteri architettonici del razionalismo. Rivestimenti in pietra bianca, ringhiere leggere, linee semplici e decise generano un manufatto architettonico dal carattere contemporaneo ma in linea con il linguaggio del contesto in cui è inserito.







Art of Sushi
Lo storico ristorante Art of Sushi decide di rinnovarsi, cambiando sede ed ampliando i suoi spazi.
Il progetto mira a conservare il fascino del posto, utilizzato in precedenza come magazzino ed attualmente in fase di totale abbandono. Una volta liberati gli spazi, si sono subito messe in luce le possenti murature in pietra, elemento caratteristico di numerosi palazzi del quartiere. Questo è stato l’input principale del progetto: valorizzare il tufo, enfatizzandolo con un’illuminazione radente ai blocchi, facendoli diventare la texture principale di tutti gli spazi.
Gli ambienti delle cucine, solitamente nascosti e sacrificati, vengono invece posizionati all’entrata del locale, aperti sulla sala principale con delle vetrate a fascia che le fanno diventare un vero e proprio palcoscenico dove osservare la sottile arte della preparazione del sushi. Il tutto reso ancora più accattivante da un placcaggio a tutta altezza sui toni del giallo narciso che attira subito lo sguardo di chi entra nel locale. Il pavimento in macrocemento che corre su tutta la sala, gli inserti in legno e ferro, conferiscono un accento industriale allo spazio.
La sfida successiva è stata quella di riempire in modo equilibrato un ambiente così grande e vuoto, creando spazi intimi e riservati senza l’utilizzo di divisori fissi, lasciando che fossero gli arredi stessi a definire lo spazio.
Si è quindi cercato di creare un ambiente contemporaneo, architettonicamente pulito e rigoroso che dialogasse con un arredamento più caldo e romantico, un’atmosfera che facesse sentire il cliente a proprio agio, consentendogli di godersi a pieno l’esperienza culinaria.
Altro elemento che da forte carattere agli spazi è sicuramente la luce. Oltre alla luce naturale, che accede attraverso le ampie vetrate che si affacciano sul cortile interno, è stata pensata un’illuminazione su binari elettrificati sospesi, così da preservare le murature in tufo cuore del progetto.





PMP House
PMP House è un progetto per nuova costruzione abitativa costituita da quattro unità residenziali indipendenti, realizzate nel centro urbano di Pula.
L’edificio si sviluppa come due parallelepipedi identici, sovrapposti e ruotati tra di loro di 90 gradi. Il volume superiore viene poi sagomato per migliore il soleggiamento degli ambienti ed aggiungere movimento ai fronti laterali.
Gli interni sono caratterizzati da un distributivo semplice composto da un open space in zona living, vero protagonista della casa, bagno e camera padronale.
Tutti gli ambienti sono fortemente permeabili verso il cortile esterno,
I prospetti sono caratterizzati da grandi infissi che garantiscono il soleggiamento durante l’intera giornata. L’unico fronte caratterizzato da aperture ridotte e puntuali è il fronte principale, al fine di garantire una maggiore privacy agli appartamenti del piano primo.
Toni chiari, accostati a rivestimenti in pietra bianca, inquadrano l’edificio nel contesto residenziale della zona.



