
tzh

Lo studio
TZH studio associato nasce nel luglio 2018 da Philip Grosch, Francesco Marras, Aurora Perra, Federico Sercis e Claudio Sirigu, sulla scia di una collaborazione iniziata negli anni degli studi universitari, in seno alla Facoltà di Architettura di Cagliari.
Sin dalle prime esperienze, il gruppo si misura su differenti temi progettuali e campi disciplinari dando seguito alle attività di ricerca di ciascuno dei suoi componenti, quali ad esempio il rapporto tra l’agro e il costruito, l’articolazione del suolo, il progetto dei margini e la relazione multiscalare tra acqua e architettura, affrontando con il medesimo rigore ed entusiasmo ambiti e scale di progetto distanti tra loro. L’esplorazione di forme espressive imperniate sulla compo- sizione per sé dalla grafica alla fotografia, dall’arte visuale alla musica nutrono e contaminano una riflessione costante sulla disciplina e sulla costruzione dell’architettura che supporta e struttura l’attività progettuale. Negli ultimi dieci anni l’attività pratica sul campo si è accompagnata in parallelo con l’attività di supporto alla didattica svolta per il Laboratorio di Progetto e Costruzione III e con la partecipazione a numerosi programmi di ricerca, svolti nell’ambito di una lunga e importante collaborazione con il DICAAR. Durante questo periodo, il gruppo ha partecipato con successo a diversi concorsi di progettazione di scala nazionale ed internazionale e ottiene, fra i primi risultati importanti, un primo e un secondo premio al concorso Europan 13 (Austria e Portogallo, in collaborazione con i colleghi del DICAAR), il primo premio nel concorso #scuole innovative per l’istituto Agrario ed Enogastronomico di Muravera (Italia) e il primo premio nel concorso Iscol@ per l’Istituto scolastico comprensivo di Monti (Italia).
TZH divide la sua pratica tra la partecipazione a concorsi di progettazione e lo svolgimento di lavori privati, in un’ottica per cui ogni esperienza, sin dalla genesi del progetto fino al cantiere, viene intesa come occasione per approfondire le collaborazioni già aperte, avviarne di nuove e per raffinare e rafforzare costantemente un metodo di lavoro basato sulla profondità e sulla multidisciplinarietà dell’approccio e sulla condivisione dei saperi.
Progetti
Cultina, Cagliari
Il progetto per Cultína, un coworking dedicato alle professionalità creative, nasce dalla necessità di uno spazio il più possibile flessibile, capace di accogliere in comunità di spazio e tempo gruppi di lavoro e professionisti individuali e di modificare la propria configurazione in breve tempo per ospitare attività anche molto differenti tra loro: lavori continuativi, workshop ciclici e eventi occasionali di vario genere. Il locale, nel quartiere storico di Villanova, originariamente garage, in seguito panificio e deposito di materiale edile, è un grande piano seminterrato di circa 300 m2 su più quote raccordate da rampe ripide, punteggiato da pilastri irregolari disposti in fila, al centro dello spazio più ampio.
Il degrado in cui versavano gli ambienti e le grandi dimensioni degli spazi hanno portato all’elaborazione di una strategia d’intervento a bassissimo costo. Il progetto si compone di pochi elementi (i blocchi funzionali dei depositi e dei bagni, la pedana dell’accoglienza, qualche seduta e un paravento) che, posizionati ordinatamente a comporre una fascia al centro dell’ambiente, articolano lo spazio in ambiti e ne rivelano le potenzialità. La rampa d’accesso conduce direttamente al banco della reception, posizionato nel baricentro dello spazio, su cui tangono le due linee di percorso principali: una che, scandita dal ritmo irregolare dei pilastri, distribuisce la grande area di lavoro e l’area dei macchinari; l’altra, perpendicolare alla prima, che struttura un transetto ribassato, dedicato ai momenti di relax dei coworker e alle proiezioni, protetto dal paravento ligneo che fa da fondo alla reception e completato da una piccola sala riunioni separata.

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La flessibilità del grande spazio del lab, quasi isotropo, è seguita dalla definizione di un impianto elettrico libero e mobile: binari elettrificati portano cavi colorati pendenti dal soffitto che, con un sistema di piccoli carrelli, possono essere trasportati da un lato all’altro dell’ambiente.





Riqualificazione di una scuola secondaria di primo grado
Il progetto per la Scuola Secondaria di Primo Grado Giovanni Pascoli, si prefigura su un’ampia area urbana che coinvolge spazi dalla forte vocazione pubblica tangenti all’edificio e si interfaccia con gli assi viari di Corso America e Via Sicilia, strutturati come spazi di relazione tra edificio e immediato intorno, luoghi che implementano la dotazione di spazi per la collettività.

L’intervento si pone un duplice obiettivo: da una parte costruire un centralità a valenza territoriale sia per ciò che concerne l’istruzione scolastica sia per la costruzione attiva dei relativi paesaggi culturali, dall’altra, l’obiettivo è quello di ricostruire un paesaggio di apprendimento in grado di servire l’evoluzione della pedagogia e della didattica.


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La dispensa, pancaffè, Sinnai
La Dispensa è un piccolo pancaffé realizzato con un budget ridotto all’interno di un locale esistente che ospitava una copisteria.
La riarticolazione interna degli spazi avviene unicamente attraverso un’unica azione compositiva: l’intersezione con la geometria irregolare dell’esistente di un rettangolo di 8mx3m, allineato al prospetto su strada. Gli scarti tra i due volumi diventano “scavi” sulle pareti di un parallelepipedo negativo virtuale il volume della sala vera e propria, definito dagli spazi serventi e dai soffitti che accolgono le sedute, i tavoli e la zona di lavoro, da cui il bancone protrude per invadere lo spazio centrale. Queste nicchie colorate, ambiti attrezzati dedicati allo stare, si rapportano confrontandosi attraverso lo spazio intermedio, bianco e neutro.

All’esterno, al contrario, le intrusioni volumetriche diventano scavi bianchi su un volume grigio. Data la necessità di ottimizzare al massimo le superfici ridotte, gli arredi sono progettati su misura e realizzati in metallo e legno da un artigiano locale.









Riqualificazione Piazza d’Armi, Ancona
L’intervento insiste su un’area di primaria importanza per la riqualificazione del brano di città circostante, un crocevia strategico fra flussi urbani ed extraurbani, fra un bacino commerciale prettamente urbano e uno di carattere quasi extraurbano. La proposta si fonda sulla definizione di un sistema, basato sui principi urbani anconetani, in grado di costruire un tassello di città fatto di fronti, ambiti, flussi pedonali e veicolari, piazze, zone verdi e volumi che contengono le funzioni. L’organizzazione volumetrica del progetto parte da due considerazioni principali. La prima è dettata dalla differenza fra l’interfaccia di Viale Cristoforo Colombo e via della Montagnola, che nel tratto prospiciente l’area di progetto presentano rispettivamente un fronte urbano compatto e un “retro” sfrangiato. Il progetto risponde, sul lato di viale Cristoforo Colombo, con realizzando un fronte permeabile che contiene parte delle attività parallele a quelle del mercato civico e che, attraverso una grande pensilina, marca l’accesso agli spazi aperti e al grande volume del mercato civico. Sul lato di via della Montagnola il progetto si apre verso la città senza soluzione di continuità, dando luogo a una grande piazza attrezzata che connette due brani di tessuto.

Il mercato coperto costituisce un edificio a sé, all’interno del quale i sottosistemi, ben distinti e indipendenti, sono liberamente attraversabili e fruibili, accessibili anche dall’esterno in maniera indipendente, all’occorrenza separabili gli uni dagli altri e sono dotati di spazi per le attività integrative e temporanee, oltre che di spazi di servizio dedicati. Gli spazi del mercato (al coperto e all’aperto) e gli spazi de- dicati alle attività commerciali parallele si reggono reciprocamente su un principio di genesi dicotomica, creando ed instaurando rapporti di complementarietà e promiscuità fra di loro e con lo spazio pubblico.



