Feb 232016
 

Copertina Bosa

Roberto Milleddu, Gigi Oliva, Salvatorangelo Pisanu, Le musiche di Bosa. Fare musica in Sardegna fra storia e attualità, Nota/Labimus, Udine 2015. 

Se il soundscape contemporaneo di Bosa – 8000 abitanti nella Sardegna centro settentrionale – tende a omologarsi a quello delle città dell’era globale, in passato una pluralità di suoni marcava in modo ben definito spazi, luoghi, occasioni: un continuum che attraversava il reticolo di chiese, conventi, feste e processioni, passava per le dimore della nobiltà e della borghesia professionale e commerciale, si infiltrava nei quartieri popolari in cui si dispiegava un’ampia varietà di espressioni legate al ciclo della vita, alla sfera del sacro, alla dimensione dello stare insieme. Una realtà in cui, in nel lungo periodo, hanno risuonato musiche legate a pratiche di tradizione orale – dal canto a più voci (cantu a tràgiu), alla poesia improvvisata, al canto a chitarra al canto monodico femminile – accanto a musiche “di importazione” (musica eurocolta, generi d’intrattenimento, canzone popolare) che in uno spazio urbano circoscritto hanno avuto modo di permeare tutti gli strati di una società composita.

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